Fotograma Completo Principal
Fotograma Completo Principal è un lavoro di danza interattiva della compagnia Aniara Rodado. Sviluppata a partire dal 2009, Estereoptips.net si unisce al progetto nel 2010 partecipando, insieme alla compagnia, al festival “le bains numerique” dove l’opera vince il premio alla creazione e una residenza di produzione svoltasi nel novembre 2010. In questo lavoro estereotips.net ha sviluppato le interazioni video.
Di seguito alcuni appunti di lavoro:
Il punto di vista di chi riprende (di Luca Carrubba)
“In ecologia, l’interazione è l’azione reciproca di organismi o fra questi e sostanze o processi, o anche di questi ultimi fra loro, all’interno di un ecosistema” (Fonte: it.wikipedia).
In Fotograma il disegno dell’interazione, nella relazione tra il danzatore e il video, si basa sull’idea di creare un ambiente non armonico, fatto, cioè, di elementi in forte contrasto tra di loro. Allo stesso tempo però la pratica della danza fa sì che si generi un ecosistema uniforme. Procedendo in questa direzione è stato prodotto un dispositivo, il luogo stesso in cui si produce la danza, che solo apparentemente si trova in forte connessione con il mondo interiore della danzatrice (corpo). In realtà il risultato è esattamente l’opposto: una manifestazione [bio]logica dei processi interni del danzatore e della sua relazione con la macchina. Da ciò ne deriva una necessaria frammentazione dell’immagine: impossibile unificare in un‘unica bellezza visiva la rappresentazione che il danzatore vive. Soltanto nella progressione dei gesti o nella composizione artificiale dei movimenti selezionati e filtrati dall’occhio elettronico si arriva a poter definire l’immagine completa e, quindi, il corpo in movimento.
Il punto di vista di chi danza (di Gina Castilla)
Sperimentare per la prima colta l’interazione tra il mio corpo e la macchina ha originato una moltitudine di domande sulla percezione che ho di me stessa come ballerina. Si è attivato in me il mio stato più selvaggio che ha provato a trovare delle vie di fuga dal bombardamento di percezioni che durante la danza mi colpivano. Allo stesso tempo però, sono riuscita a scavare più affondo riuscendo a trovare strati che non avrei mai pensato potessero esistere. Non mi è facile, adesso, smettere di pensare alla simbiosi che si crea tra il corpo e la macchina, osservarla dal punto di vista dell’animale. L’uno cresce e si evolve di pari passo con l’altro, sono capaci di collaborare attivamente per abitare uno stesso luogo e aprire lo spazio della conoscenza. Ma, c’è da chiedersi, quando ha fine questo dialogo e chi dei due ha il potere di manipolare l’altro?
La percezione cambia la propria natura perché i sensi sono alterati in modo da contraddire i propri meccanismi biologici. In questa piece il corpo è il personaggio che prende forza dalla vulnerabilità e da un’estrema stanchezza che insieme creano uno stato, per così dire, di catarsi. In questo modo avviene un cambiamento nella struttura delle differenti scene durante le quali ho vissuto un esperienza più interna nei movimenti; il corpo diviene un ampliamento dello spazio, lo ridisegna, lo riproduce, lo delimita, è l’interfaccia che trasmette il messaggio mentre il pubblico è obbligato a essere il punto di riferimento principale, deve guardare, osservare, ricomporre un gran numero di immagini e allo stesso tempo rappresentare con l’immaginazione una totalità frammentata.