Fischietto
Fischietto è il risultato della collaborazione tra estereotips.net e il pittore Benito Saluzzo. In occasione della sua mostra nella città di Potenza, l’artista ha voluto sperimentare nuovi paradigmi di creazione provando a disvelare il processo produttivo alla base del suo lavoro e farne un’opera. Nascono così un quadro, Fischietto, ed un video che lo ha accompagnato per tutta la mostra.
Di seguito il testo con cui è stata presentata l’opera al pubblico.
La pittura è un atto figlio di un momento. Il divenire della composizione si scompone in una infinità di gesti, tratti, istanti che realizzano nel loro complesso il processo creativo. Un sequenza di azioni che dallo scorrere della pittura sulla tela viaggiano attraverso onde radio per passare ad un altro dominio, quello del digitale, attraverso l’uso di sensori applicati alle braccia dell’artista. La materialità della pittura prende vita nei gesti che dirigono il pennello; il tratto controllato dalla mano viene convertito in puro dato che modula il suono. Nella hyper-democrazia del digitale la materialità del colore assume lo stesso valore del movimento del vento; in questa immaterialità prende vita il ritmo della pittura, condotto dalla mano leggera che traccia nell’aria i suoni dei suoi movimenti. Il pittore nell’esperienza di questo quadro scappa dalle spiegazioni convenzionali; diventa colui che attraverso i suoi gesti manipola dati che all’occorrenza possono assumere la concretezza del colore o scappare nell’indeterminatezza del dato sonoro. Il gesto non è connesso alla produzione sonora su un piano diretto e immediato; l’interazione fra i due mondi si basa su accumulazione, sottrazione e ritardo, con lo scopo di ricreare l’ambiente emozionale proprio dell’artista. Una stanza vuota con una finestra sul mondo, una campagna, un sole rarefatto che modifica continuamente la visione e quindi la percezione. Paolo Conte come sottofondo, o meglio, come un tassello empatico che produce una fissione, un caos emotivo interiore di cui Benito Saluzzi si appropria per usarlo come materia prima della sua pittura. Il quadro è figlio quindi di un processo che va dalla creazione dei colori al loro dipanarsi sulla tela: in questo processo l’artista sceglie di includere il mondo sonoro che porta dentro e che è espresso dai suoi movimenti nel momento esatto della pittura. Il processo diventa quindi l’opera, di cui il quadro ne è solo una materializzazione visivamente percettibile.